Passato il tempo e scivolati i giorni.
Nemmeno me ne sono accorta, immersa nella lettura, e le ferie sono sfumate nel colore del tramonto.
La sera arriva più in fretta e m’è passata la dolce voglia di far nulla. Anche il fresco ha la sua parte, mi sa.
Comunque sia, riparto con i consigli di libri vari per chi ha voglia di scrivere, ma anche no.
…E riparto con leggerezza…
Arturo Pérez-Reverte e il suo ‘Il tango della vecchia guardia’. Protagonisti: Max Costa e Mercedes (Mecha) Inzunza, il tango, gli scacchi. Un vasto intreccio sviluppato nel tempo che racconta con pennellate di nostalgia la mondanità del periodo pre – bellico e con passione descrive il tango delle origini, quel ballo così poco ‘per bene’ e quelle gambe che s’intrecciano…
«Bene.» Lei insinuava simpatia e forse condiscendenza. « I suoi inizi sono stati nobili, anche se umili.»
«Nessun inizio umile è nobile.»
«Non dica così.»
Lui rise tra i denti. Quasi tra sé. Avvicinandosi all’acqua, il coro dei grilli e delle rane della riva si fece quasi assordante. L’aria era più umida, e lui notò che la donna sembrava tremare di freddo. Il suo scialle di seta era rimasto nel locale, sullo schienale della sedia.
«Cosa ha fatto da allora? Da quando è tornato in Spagna?»
«Un po’ di tutto. Sono andato un paio d’anni a scuola. Poi me ne sono andato di casa e un amico mi ha trovato lavoro all’hotel Ritz di Barcellona, come fattorino. Cinquanta pesetas al mese. Più le mance.»
Mecha Inzunza, con le braccia incrocrociate, continuava a tremare per l’umidità. Senza dire una parola, Max si tolse la giacca, rimanendo in gilet e maniche di camicia, e la mise sulle spalle della donna. Nemmeno lei disse nulla: mentre gliela appoggiava sulle spalle, Max fece scivolare lo sguardo sullo scorcio della sua nuca lunga e nuda, che la luce diffusa dall’altro lato del ponte ritagliava sotto la sfumatura dei capelli.