Posso dire queste cose a te, sorella, come non potrei a una sorella vera. Che cosa capirebbe lei della mia stessa gente, dei lontani paesi dove per dodici anni visse mio marito? Neppure potrei parlare liberamente con una delle straniere che non conoscono il nostro popolo, né i costumi che abbiamo conservato sin dai tempi dell’antico Impero. Ma tu? Tu hai vissuto fra noi per tutti i tuoi anni. Appartieni, è vero, alle terre dove mio marito studiò sui libri occidentali; ma non potrai non capire. Dico la verità. Ti ho chiamata sorella: ti dirò tutto.
Incipit di Vento dell’Est: vento dell’Ovest
Pearl S. Buck
Perché chi è interessato a scrivere bene dovrebbe leggere questo libro? Perché insegna a descrivere in modo interessante e con delicatezza le difficoltà del cambiamento. All’interno di una famiglia cinese che segue le vecchie tradizioni cresce Kwei-lan, la protagonista. Secondo le stesse antiche regole sposerà un uomo considerato degno e all’altezza. Il problema per Kwei-lan sarà evidente fin da subito dopo le nozze, perché il marito con cui vive è stato educato all’occidentale, in una scuola straniera. Mi è piaciuta molto la descrizione del distacco – crescita, a momenti anche doloroso e conflittuale, che porterà Kwei-lan a vivere nel nostro secolo.
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