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solitudine

Beh, eccoci qui. Ancora non ho preso il buon vecchio ritmo cadenzato dello scorso anno, ma ci sto lavorando! L’autrice che vorrei sottoporre alla vostra attenzione oggi è una scrittrice francese che ha sopportato il suicidio della madre e superato l’anoressia: Delphine De Vigan.
Una donna particolare che scrive delle sue esperienze di vita e che ha esordito nel 2001 con il romanzo autobiografico ‘Giorni senza fame’, utilizzando lo pseudonimo Lou Delvig, storia di una giovane donna di 19 anni e della sua guarigione dall’anoressia.
Il libro che vorrei consigliare però è quello che scrive nel 2007: ‘Gli effetti secondari dei sogni’ che narra la vita di una ragazza di tredici anni con l’aria di casa oppressa da un segreto di cui non si può mai parlare; che fatica a relazionarsi adeguatamente con compagni, insegnanti e, in genere, con il mondo intero, perché ha una mente troppo brillante; che frequenta classi avanzate, sicuramente adatte alla sua capacità intellettiva, ma non alla sua maturazione emotiva. Una ragazzina che rimane al bordo della vita altrui ad osservare tutta la gamma di emozioni che non riesce in prima persona a provare. Finché incontrerà un’altra ragazzina con il suo stesso sguardo e potrà iniziare finalmente un’amicizia.
Vi riporto questo brano che mi ha ricordato certi momenti della mia adolescenza. In fondo, geni compresi o meno, secondo me, a tutti capita di sentirsi, a volte, così:
“Da quando sono nata, mi sono sempre sentita al di fuori, dovunque fossi, fuori dall’immagine, dalla conversazione, sfasata, come se fossi la sola a sentire rumori o parole che gli altri non percepiscono, e sorda alle parole che invece sembrano sentire, come se fossi fuori dalla cornice, dall’altra parte di una vetrata immensa e invisibile.”

Photo: culture.you-ng.it

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