Sono contenta d’essere donna. Sono contenta della mia femminilità, un po’ schiva e mai, volutamente, esibita. Sono contenta che il mio gender mi abbia consentito di provare il sentimento irripetibile, unico e intraducibile della maternità in modo semplice e naturale.
Sono contenta di me, donna.
Anche se, in realtà, nella vita di ogni giorno, mi sento sempre un essere umano, completo e totale. Non solo una donna. Non solo una rappresentante dell’altra metà del cielo.
Per carattere ed educazione, non mi sono mai sentita inferiore a nessuno perché donna. E in quelle rare occasioni nelle quali qualcuno ha provato a farmici sentire, ho combattuto con forza, come farebbe un qualunque essere umano in difesa dei propri diritti.
Quindi che dire? Onoro questa giornata per il rispetto che porto a tutte le donne che si sono trovate a perdere la dignità, o addirittura la vita, perché sfruttate, maltrattate, piegate, vendute, violentate e annientate.
Ma festeggio questa giornata per il rispetto che porto a tutte le donne che, combattendo, lottando, perseguendo scopi e obbiettivi, travalicando la femminilità, ce l’hanno fatta. Hanno dimostrato che si può stare al mondo, tutti, come essere umani di pari grado e diritto seppur di gender differenti.