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ComfortZone

«L’anima claudicante, oggi s’inciampa in ogni pensiero. Fortuna che è sabato e non vado al lavoro.»

Appoggiata alla ringhiera della terrazza che affaccia sulla distesa dei tetti di Roma, Claudia respira a fondo. Inala sole, luce, polvere e quel pizzico d’incredibile che pervade la primavera romana. In realtà non fa ancora caldo perciò rientra per acciambellarsi a gatta sul divano bianco, sotto la leggera coperta di cachemire grigio perla.

Prende il suo cellulare dal tavolino di cristallo.

Messaggio di Lalla che conferma: “La mia villetta aspetta gli amici questa sera!”

Claudia si sente stanca di tutto e di tutti, come a cicli le succede. Sta cominciando a digitare “Stasera non vengo, webinar per nuovo lavoro”, ma desiste.

Meglio mantenere il solito tran tran.

Pensare, però, oggi la porta sulla strada della malinconia.

Meglio uscire.

Mercatino rionale antiquariato e vecchiume. Di sicuro, può cambiarle l’umore!

Con lentezza e grazia si prepara per la spedizione. La difficoltà sta nella scelta:

una nuova Polaroid 1000 al Mercato Monti? Era simpatico quel signore anziano, molto ben vestito, con la sua raccolta ben fornita;

o far visita a quel tizio – ma dov’era? – con la sua raccolta di libri vecchi? Al Mercatino di Conca d’Oro, era? Sì, sì decisamente. Si ricorda quel tipo, un po’ maestro d’altri tempi, con due banconi di libri;

oppure… artigianato di qualità al Corte Coppedè? Dovrebbe anche acquistare qualcosa da abbinare all’outfit per la serata da Lalla. Sciarpa verde? Collana di perle?”

Questa di sicuro la meta!

Claudia esce e cammina di buon passo per raggiungere la fermata del bus, ma con calma.

Sa d’essere afflitta. Afflitta dalla comfort zone. Questa situazione, pesante e pericolosa, che angustia, da un po’ di tempo, l’umanità intera. La maggioranza dei suoi amici vive ancora nella comfort zone e alcuni dichiarano di non poterne più fare a meno.

“Prima o poi dovranno uscirne tutti, pure io” si dice.

Mattinata fortunata: il bus arriva subito e lei sale rimanendo in piedi aggrappata al maniglione centrale. Le piace il mondo che le scorre a fianco.

Lalla, invece, prende in giro tutti. Non ha nessuna Czone, lei. Cambia in continuazione, vede gente e fa cose. Organizza la propria vita e anche quella degli altri, se glielo lasciano fare, e ride spesso. Serenità imperturbabile non gravata dalla Czone. Dice che è un’invenzione insulsa, creata per le masse credulone. Per la gente ipocondriaca.

Claudia ci soffre per questi discorsi di Lalla, ma è una delle sue migliori amiche, anzi Amiche!

Anche se l’ultima volta era stata proprio sgradevole, ricorda, quando le aveva rinfacciato, davanti a tutti, di non essere coerente.

Ancora la sente: «Claudia, ma con questa Czone che pesante!!! Ancora non hai capito che è il marketing farmacologico che divulga false notizie? Oppure questi nuovi…. Come li chiami? Coach? Coach del Business Coaching Strategico Sistemico? Usurpatori! Ma mangia e bevi in compagnia e allegria che non ti manca nulla! Di quale Czone soffriresti, poi, tu? Che ogni due per tre cambi lavoro o vai ad annusare uno nuovo?»

La risata che aveva chiosato la frase non era stata gradevole.

Vero che il marito di Lalla era laureato in psicologia e si lamentava del calo di pazienti che attribuiva ai nuovi Coach in circolazione.

Però, Claudia aveva sentito una nota stridula nella voce di Lalla. Qualcosa di terribilmente serio, drammatico e tagliente.

La sua anima claudicante, da gatta pigra, le aveva impedito di indagare i retroscena.

Ma guardala! Eccola là, la Lalla. Sul marciapiede e con il marito. Strana zona per vederli.

Lalla non ha una bella cera.

Il marito alza il braccio per metterglielo attorno alle spalle e i bottoni che decorano la manica del cappotto s’impigliano nei capelli di Lalla, che scivolano di lato. Lasciando scoperto il cranio calvo e lucido della sua migliore Amica; che si affretta a rimettere in ordine la parrucca.

Claudia sente che le ginocchia non la reggono e che non riesce a respirare. Suona per scendere appena possibile.

Torna indietro in velocità, ma il corso è deserto.

Si spinge fino al portone da dove era uscita Lalla.

Una targa indica: Centro anti tumori: A.N.D.O.S. Comitato di Roma o.d.v.

Claudia entra. Nella sala d’aspetto legge brochure e volantini assumendo la posa e l’atteggiamento di chi aspetta qualcuno.

Si sofferma sui servizi di terapia occupazionale: Organizzazione di eventi/incontri/camminate e altre iniziative per superare i momenti difficili in compagnia.

Si avvicina al bancone, riempie moduli e si associa. Lascia recapiti per essere coinvolta nell’organizzazione delle attività. Per rendersi disponibile e collaborare fattivamente.

A volte, in un soffio, si vince la Czone.

Un segno, e si amano persone sconosciute.

Un vivido ricordo impresso a fuoco, e si è adulti. Organizzati e vivi.

Comments(2)

    • Bespoke Traveler

    • 2 anni ago

    “Per rendersi disponibile e collaborare fattivamente.” Per uscire dalla zona di comfort. Che storia! brava!

    1. Grazie mille.

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