Sto continuando a navigare sulla Nave di Teseo (libro che ho presentato venerdì scorso, 27 febbraio). Ho trovato anche un mio personale approccio al testo e quindi sto leggendo senza sforzo. Molto coinvolgente, devo dire. La cosa un po’ mi frena perché temo di trovarmi poi di fronte ad una delusione nel finale!
Oggi vorrei consigliare un libro che ha un argomento poco narrativo. Ma che, secondo la mia opinione, può risultare utilissimo per la creazione di alcune tipologie di personaggi: ‘Debellare il senso di colpa. Contro l’ansia, contro la sofferenza psichica‘ di Lucio Della Seta.
Lo studioso analizza i comportamenti che inducono al senso di colpa, causato dall’umana imperfezione psicofisica congenita. Questa, genera, assieme alla paura della morte, l’altra grande paura dell’animo umano: quella di non valere agli occhi degli altri, di poter essere considerato in modo negativo o con ostilità. Sono processi mentali indotti, molto spesso, da traumi infantili derivati dall’inadeguatezza psicofisica percepita dal bimbo che si relaziona con il mondo adulto che lo circonda e con il quale si confronta. In primis con i genitori.
“Le risposte automatiche al pericolo scattano da milioni di anni in base a informazioni che ricevono dall’olfatto, dalla vista, dal gusto, dal tatto e dall’udito.
Ma ora gli uomini si trovano in un punto della loro storia evolutiva in cui le risposte automatiche al pericolo scattano anche su informazioni che ricevono dal pensiero. Mi riferisco al tipo di pensiero che noi abbiamo attualmente, non a quello dei nostri predecessori arcaici del quale non sappiamo nulla ma che, con ogni probabilità, permane sordamente in noi. Noi oggi abbiamo un pensiero cosciente, un pensiero che sa di esistere, un pensiero fatto di parole che parlano dentro la testa, e questo tipo di pensiero è padre, o figlio o coevo, del linguaggio. Gli esperti datano la nascita del linguaggio tra i trentamila e i centomila anni fa. Si tratta di un lasso di tempo che per l’evoluzione è un’inezia e ci dice che il nostro pensiero è un neonato che appena vagisce, rispetto all’età, all’esperienza, al rodaggio e alla precisione dei cinque sensi. Per le risposte automatiche al pericolo il pensiero, o mente, è un sesto senso, ma molto approssimativo, incerto e confuso. Forse è in via di integrazione con strutture e funzioni cerebrali più antiche. Non sappiamo bene in che cosa consista la mente e come evolva, ma pensiero, mente, linguaggio sono la nostra gloria, fenomeni meravigliosi e unici tra gli esseri viventi. Un dono che fa di noi delle creature che creano. Un alberello appena piantato che, se l’evoluzione non cambierà strada, darà frutti inimmaginabili.
Se le cose stanno davvero così, dobbiamo dedurre che l’ansia affonda le sue radici nell’intelligenza.”
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