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Avete una passione e volete parlarne in un libro? Costruire un testo che divulghi la vostra passione? Vi passo questo esempio: il chimico Hugh Aldersey-Williams ha scritto ‘Favole periodiche‘ raccontando la storia degli elementi in modo divertente e spiegando con ironia quanto l’uomo si sia lasciato, anche qui seguendo le mode, influenzare più da un tipo di elemento che dall’altro. Alcuni ci seguono tutta la vita altri sono presenti solo in particolari circostanze, ma la chimica, noterete con sorpresa, influenza molto la nostra vita. Roma, per esempio si arricchì con il bronzo, l’Inghilterra con il carbone e il ferro. Il cloro fu utilizzato durante la guerra perché si pensava che non fosse letale, il silicio che oggi è così indispensabile e l’antimonio che nessuno conosce…

Altri ricercatori meno rispettabili, però, non si facevano scrupoli a sfruttare l’atmosfera di mistero che spesso circonda gli elementi appena individuati (o quelli che, come nel caso dell’elio, rimangono sospesi a lungo sulla soglia della scoperta). In fin dei conti, agli occhi dell’uomo della strada le righe dello spettroscopio non dovevano poi sembrare una prova molto più attendibile dei deliri di un cabalista. In un’età scientifica in cui alla gente veniva chiesto di credere all’esistenza di invisibili draggi X che permettevano di vedere attraverso la materia solida e a una radioattività che era in grado di far sì che un elemento si trasmutasse come per magia in un altro, ogni novità sembrava possibile; e se si potevano scoprire elementi che si trovavano addirittura al di là del raggio dell’umana percezione, guardando in cielo, non era forse ragionevole cercarli anche più vicino, attraverso qualche opportuno mezzo extrasensoriale?

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