A sala buia si alza il sipario mentre un fascio di luce bianca investe il centro di un sipario-comodino di velluto nero. Con un gesto rapido e padronanza del mestiere, Guglielmo Speranza si presenta al pubblico, spaccando in due il velluto nero e avanzando verso il centro della ribalta. Egli indossa un qualsiasi vestito da mattina e reca nella mano sinistra tre barbe finte: nera, grigia e bianca.
Incipit di Gli esami non finiscono mai
Eduardo de Filippo
Gli esami non finiscono mai è una commedia teatrale che Eduardo pensava da anni. L’aveva infatti concepita già molti anni prima e nel 1948 ne raccontò la trama a Raul Radice, dicendogli che i contenuti erano ancora troppo duri per i tempi. Attese per la stesura il 1973, anno che ritenne più confacente e il pubblico più pronto a ricevere l’insegnamento celato nelle risate della commedia. Quali sono gli esami che vanno per forza superati nella vita? Quelli di scuola, indubbiamente e poi piano piano tutti gli altri. Quello che trovo significativo in questa piece è come nel primo atto si rincorrano in continuazione i diminutivi (scandaletto, balconcino, vestitini ecc.) per scemare completamente nel secondo e nel terzo che aumentano il tono della commedia, un tono che raggiunge quasi il crepuscolare nel finale. Credo sia indispensabile a tutti imparare queste strategie e non scordare Eduardo de Filippo.
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