Mio padre aveva una faccia in grado di fermare gli orologi. Non voglio dire che fosse particolarmente brutto era un’espressione usata dalle CronoGuardie per descrivere qualcuno che aveva il potere di ridurre lo scorrere del tempo a rigagnolo ultraterreno. Papà era stato colonnello nella CronoGuardia e parlava molto poco del suo lavoro. Al punto che non sapevamo avesse disertato, finché i suoi compagni cronoguardiani non fecero irruzione una mattina a casa nostra brandendo un mandato di Cattura e Sradicamento con le date in bianco, e ci interrogarono su dove fosse e quando.
Incipit di Il caso Jane Eyre
Jasper Fforde
Il caso Jane Eyre, uscito nel 2006, può appartenere alla categoria comica, al fantasy e al thriller. Un libro accolto non molto calorosamente in Italia caratterizzato da metanarrazione parodia e fantastiche avventure. A me è piaciuto, mi ha conquistato fin dalla prima frase e mi ha fatto vivere tutte le avventure dei libri che ho trovato in edizione italiana che narrano la saga. Un altro modo di considerare la letteratura, storie alternative, disseminate di ironia a di battute esilaranti, citazioni di testi famosissimi della letteratura inglese. Mi sono identificata con estrema facilità in Thursday Next, detective letteraria, che per seguire la sua indagine entra nel manoscritto originale Jane Eyre della Brontë. In un mondo così difficile a volte è proprio necessaria una risata! Ma il libro non fa solamente ridere. Fa pensare e fa vedere la vita da una prospettiva insolita.
Non vi piacerebbe ogni tanto mollare tutto e saltare dentro ad uno dei vostri libri preferiti?