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Dio piccole cose

Maggio ad Ayemenem è un mese caldo, meditabondo. Le giornate sono lunghe e umide. Il fiume si ritira e corvi neri si rimpinzano di manghi lucidi sugli alberi verdepolvere, immobili.
Maturano le banane rosse. Si spaccano i frutti dell’albero del pane. Mosconi viziosi ronzano vacui nell’aria fruttata. Poi si schiantano contro i vetri delle finestre e muoiono, goffamente inermi sotto il sole.
Le notti sono limpide, ma soffuse di un’attesa fosca e pigra.

Incipit di Il dio delle piccole cose
Arundhati Roy

Il dio delle piccole cose è l’esordio letterario di Arundhati Roy. Mi è parso molto interessante il suo raccontare non linearmente, ma creando momenti circolari di narrazione che aggregano le descrizioni dei piccoli gesti della vita quotidiana, che, come l’acqua cheta, alla fine operano le grandi modifiche della vita. Mi è piaciuto molto anche il filtro che ha adottato e che fa passare ogni avvenimento all’interno delle menti dei due figli gemelli, Estha e Rahel, della protagonista, Ammu, donna vittima di un marito ubriacone e picchiatore, che sarà ancor più vittimizzata dai pregiudizi. Un’India non invasa dai turisti, non costellata di morti, ma comunque ancora un’India difficile.

Photo:www.frasiaforismi.com

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