“Mia madre è ancora viva, ma sarà uccisa Venerdì Santo a mezzanotte” lo avvertì Amanda Martìn e l’ispettore capo la prese sul serio, visto che aveva dato prova di saperne più di lui e di tutti gli altri agenti della Sezione Omicidi. La donna era prigioniera da qualche parte nei diciottomila chilometri quadrati della Baia di San Francisco, avevano poche ore per trovarla ancora in vita e lui non sapeva da dove cominciare.
Incipit di Il gioco di Ripper
Isabel Allende
Adoro gli autori che vanno oltre i propri schemi mentali. Adoro chi non si ferma, cerca sempre nuove strade e ci rischia. Mi piacciono le persone che non si stancano di raccogliere nuove sfide e nuove esperienze. Mi piace quindi “Il gioco di Ripper”, uscito nel 2013, e scritto da Isabel Allende. L’autrice si cimenta nel thriller psicologico e lo fa non tradendo il suo stile e la sua incomparabile capacità di rendere in modo perfetto i personaggi. I suoi testi precedenti descrivono rapporti di vita familiare e generazionali, di realismo magico. L’autrice inserisce in questo bagaglio la trama ben strutturata del suo thriller. Da leggere per imparare come si devono creare e far muovere i personaggi nei loro contesti.