Fa freddo a Parigi, alle sei e quaranta di mattina in una giornata di marzo, e il freddo sembra ancora più intenso quando sta per essere giustiziato un uomo. L’11 marzo 1963, a quell’ora, nel cortile principale di Fort d’Ivry, un colonnello dell’aviazione francese era in piedi davanti a un palo conficcato nella ghiaia gelida e mentre gli legavano le mani fissava con incredulità sempre meno evidente il plotone di fronte a lui, a una ventina di metri.
Incipit di Il giorno dello Sciacallo
Frederick Forsyth
Testo uscito nel 1971 che creò parecchio scalpore soprattutto perché Forsyth militò veramente tra i mercenari e quindi il suo racconto assume forti toni di verosimiglianza. Ha avuto ed ha tuttora successo e seguito anche per la struttura narrativa, perfetta macchina trhiller, che afferra saldamente il lettore e non lo lascia andare fino all’ultima parola. Tensione continua, colpi di scena, fatti narrati singolari e non scontati il tutto racchiuso in uno scrivere accurato, essenziale ed incisivo che è assolutamente da analizzare. Un maestro per tutti gli scrittori, anche non di genere triller. Perché ogni scrittore deve allacciare strettamente il suo lettore e convincerlo a leggere con soddisfazione, una parola dopo l’altra, fino alla fine.