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Per qualche minuto al sorgere del sole, il mondo era silenzioso e immobile e ogni cosa umana sembrava lontanissima, come se la marea si fosse ritirata, Marian lasciava John e Roland che dormivano, e in camicia da notte, a piedi nudi, attraversava il prato umido per scendere al fiume.
Non poteva dire che il fiume fosse più bello di mattina, anzi, c’erano certe sere quiete in cui veniva da piangere a guardarlo: prendeva un colore viola e sembrava fermo, come un livido in fondo al prato. Di mattina non aveva nulla di commovente. Scorreva profondo e freddo e determinato, limpido e tonificante.

Incipit di Il weekend
Peter Cameron

Peter Cameron è un maestro nel raccontare l’apparente nulla di situazioni che prevedono, invece, una profonda sottotraccia di sentimenti, sofferenze, speranze, progetti. Un illustratore preciso della trama della vita umana che tesse e avvolge attorno ai suoi personaggi, in un’ambientazione quasi minimale. Conosciamo Lyle e Robert, coppia formata da poco, che visita i migliori amici di Lyle: Marian e John e il loro bimbo tranquillo Roland. Il fratello di John, Tony, morto da un anno esatto per aids, era stato l’amante di Lyle per dieci anni. In un linguaggio asciutto, dove ogni vocabolo è importante, che porta ad un’intensa brevità Cameron svela i rapporti personali e, al lettore, racconta il suo punto di vista.

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