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Dall’aiuola ovale si levano forse un centinaio di steli che si schiudevano a metà della loro altezza in foglie a forma di cuore o di lingua e dispiegavano all’estremità petali rossi, azzurri o gialli screziati da macchie di colore in rilievo; e dalle tenebre rosse, azzurre e gialle delle loro gole emergeva un’asta dritta, ruvida di polvere dorata e dalla punta leggermente claviforme. I petali erano abbastanza grandi per essere agitati dalla brezza estiva, e quando si muovevano, le loro luci rosse, azzurre e gialle di rifrangevano l’una sull’altra, tingendo la chiazza di terra bruna alla loro base di uno schizzo variopinto.

Incipit di Kew Gardens
Virginia Woolf

Virginia Woolf (1882-1941) visse percependo la realtà come fragile, personale, incerta e precaria dato il suo carattere provvisorio e frammentario che la porterà al suicidio. La sua sensibilità le permise non solo di scrivere raggiungendo la profondità più immersa delle verità, ma anche di cogliere questa capacita in altri autori a lei contemporanei. Per questo con la Hoghart Press, casa editrice fondata assieme al marito, stampò e diffuse le opere di quegli artisti che riteneva in grado di rappresentare degnamente la nuova realtà.
In racconti come Kew Gardens, dove la brevità della narrazione non corrisponde a quella dei fatti narrati, é come dipingesse quadri impressionisti e pennellasse coppie d’amanti che si confondono con i colori del giardino. Imprescindibile.

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