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passato

Lei – pausa – è un uomo triste?
Così mi ha detto, questa giornalista. È l’ultima domanda, dopodiché un assessore appena sconfitto alle elezioni mi stringerà la mano e mi consegnerà la busta con i quindici milioni del premio Giamburrasca – Narrativa per ragazzi. Quindici milioni. Valgono bene il peso di questa serata, consistente di lunga cena al ristorante in compagnia delle autorità locali, successiva cerimonia di premiazione nella sala – convegni inaugurata di fresco (c’è ancora odore di vernice), discorso del sindaco uscente , di quello entrante, della presidentessa della giuria, e intervista finale al vincitore effettuata da giornalista con occhi a pesce lesso.

Incipit di La forza del passato
Sandro Veronesi

Leggere ‘La forza del passato’ significa scoprire quali vite parallele potremmo trovarci a vivere! Il protagonista, convinto di essere un tranquillo scrittore di libri per ragazzi, figlio di un militare bigotto e benpensante, scopre all’improvviso di essere in realtà figlio di una spia del KGB. Il sospetto di questo semplice e possibile cambio di ruoli scatena una caccia disperata al: “Ma io, chi sono veramente? Chi sono veramente le persone che vivono al mio fianco?” Veronesi è bravissimo a creare una narrazione ricca di colpi di scena e scenari al limite del grottesco, fino a sciogliere la narrazione in una realtà differente sempre sullo sfondo dell’Italia di oggi. Mi piace come riesce a rendere paradossali situazioni che fino alla frase precedente risultavano descrivere una realtà quasi banale!

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