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Sala Teatrale Fronte

Sempre sulla scia del giallo vorrei attirare la vostra attenzione, oggi, su ‘La giacca verde’ di Mario Soldati. Si tratta di un romanzo breve o di un racconto lungo che viene definito un “giallo morale”.
Narra l’assurda vicenda di un direttore d’orchestra che deve nascondere la propria identità di fronte alla personalità di un ignoto suonatore di batteria che si spaccia per un compositore. Una trama avvincente, seppur educatissima, che con ironia pungente o sottile trascina il lettore fino alla fine. Un lettore divertito e soddisfatto.

Propongo:
Uscii a cercare i medici. Frugoni non era Roma. Feci venire due medici famosi, tra i migliori della città,. Intanto avvertii il teatro che per indisposizione del maestro W. La prova dell”Otello’ era rimandata all’indomani.
Quando tornai con i medici, egli era a letto, ma questa volta sotto le lenzuola che lo coprivano fino alla bocca. Era pallidissimo, aveva gli occhi stranamente lustri ed eccitati.
La visita urò più di un’ora. Saltò fuori un rene mobile, una dispepsia intestinale, un’infiammazione epatica e un avvelenamento di cui non si capiva bene la natura. I medici parlarono di radiografie. W. Mi fece aprire una valigia e tirare fuori delle radiografie che si era fatto fare a Londra un mese prima. I medici le osservarono controluce e, soddisfattissimi, si andavano mostrando l’un l’altro il rene mobile:
«Eh! Lo dissi subito».
«E io lo vidi prima ancora di palpare!»
Dalla rabbia li avrei percossi. Un istinto mi avvertiva che ero vittima di una montatura di W.
I dottori, che io avevo scelto e chiamato, cadevano nel tranello. E io non potevo farci niente.
Dissero che dirigere in quelle condizioni sarebbe stata follia; prescrissero riposo assoluto per un mese, cambiare aria, astensione dall’alcool, dalle donne…
«E dal fumo!» osservai io rabbioso.
«Dal fumo no, perché?» replicò uno dei dottori.

Photo: archivio.voxnews.it

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