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Mossa del cavallo

«Dominivobisco.»
«Etticummi spiri totò» risposero una decina di voci sperse nello scuro profondo della chiesa, rado rado punteggiato da qualche lumino e da cannìle di grasso fetente.
«Intivìnni, la missa è.»
Ci fu una rumorata di segge smosse, la prima mesa del matino era finita. Una fìmmina ebbe una botta di tosse, patre Artemio Carnazza fece una mezza inginocchiata davanti all’altare maggiore, scomparse di prescia nella sacrestia dove il sacrestano, morto di sonno com’era sempre, l’aspettava per aiutarlo a spogliarsi dai paramenti.

Incipit di La mossa del cavallo
Andrea Camilleri

Personalmente adoro Camilleri. Mi piacciono i suoi personaggi, mi piace il suo dialetto creato ad hoc perché tutti gli italiani lo capiscano, mi piacciono le sue indagini e la presenza continua e persistente realtà italiana scomoda che rende molto contemporanea la lettura. Sarà anche perché nella nostra società e nel vari gruppi di governo non cambia mai nulla. I problemi rimangono sempre gli stessi e quindi anche un testo di Camilleri degli anni ’90 risulta attualissimo.
Tutti, escluso me, hanno la giusta ricetta per risolvere i nostri problemi, anche voi ne avete una?

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