In seguito Nicolas cercò a lungo, ancora oggi cerca, di ricordarsi le ultime parole che gli aveva rivolto suo padre. L’aveva salutato sulla porta dello schalet, gli aveva nuovamente raccomandato di fare attenzione, ma Nicolas era così imbarazzato dalla sua presenza, così ansioso di vederlo andar via che non era stato a sentire. Non gli perdonava di essere lì, di attrarre sguardi che immaginava ironici, e si era sottratto al suo bacio chinando la testa. Nell’intimità familiare non l’avrebbe passata liscia, ma sapeva che così, davanti a tutti, il padre non avrebbe osato rimproverarlo.
Incipit di La settimana bianca
Emmanuel Carrère
La settimana bianca, scritto nel 1995, appartiene alla prima produzione di Carrère e presenta il personaggio assai inquietante di Nicolas, bambino in apparenza come tutti gli altri e in apparenza solo iper-protetto, che in realtà si costruisce attorno un mondo spaventoso, pieno di racconti paurosi, violenti e pieni di dolore. Probabilmente per esorcizzare le sue angosce più profonde. Alla fine qualcosa capita davvero, ovvio, in questo noir assolutamente da leggere. Soprattutto per chi vuole imparare a gestire bene l’aumento della tensione in una storia fino al raggiungimento del climax e il successivo momento risolutivo.