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joan_mirò debito

Lancio nel mondo un libro che susciterà discussioni. Evviva! Esclamerà una folla di spiriti gretti, voi pretendete di elevare a professione confessabile ed onorevole la orribile, esecranda arte di far debiti, e l’arte assai più esecrabile di non pagarli? Odo già questo inquieto clamore levarsi dai banchi di tutti i commercianti al minuto; perché molta gente non vede più lontano della sua licenza, e la filosofia di una folla di onesti commercianti non supera in altezza la mezza canna. Al solo annuncio del mio libro la paura di diffonde fra i cantinieri, i panettieri, i beccai, i merciai; molti piccoli ricordi che dormivano profondo sonno destano di soprassalto il povero commesso, il laborioso artigiano e il tranquillo possidente.

Incipit di L’arte di far debiti
Jacques-Gilbert Ymbert

Un altro piccolo testo, un pamphlets per la precisione, L’arte di far debiti basa la sua fortuna sull’ironia e ci consente di imparare a gestirla e di farcela diventare più frequentabile. Uscì, anonimo, nel 1822 a Parigi e, con intento provocatorio e burlesco spiega come chi detta moda e crea giro d’affari e ricchezza altri non è che un uomo che s’annoda la cravatta in modo impeccabile, pretende di mangiare prelibatezze e di godere agi della vita senza avere la minima preoccupazione di come questi verranno in realtà pagati, cioè quell’homme comme il faut che ha imparato la lezione dagli stessi Stati, che conseguono le loro fortune basandosi sui debiti che hanno all’estero.

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