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Per oggi un saggio: ‘Libri, editori e pubblico nell’Europa moderna‘ a cura di Armando Petrucci.
Mi piace capire meglio il mondo dei libri nei precedenti secoli. Come venivano stampati, divulgati, quanti ne abbiamo perduti e quanti dimenticati. Sono sopravvissuti solo i ‘best sellers’? O i criteri di scelta e sopravvivenza dei libri erano differenti?
Libri, libri, libri. Li adoro.

Studiare la letteratura popolare del XVIII secolo presuppone che la si possa trovare. Il compito è difficile; schiacciata dalla letteratura classica o confusa con la letteratura orale, la letteratura popolare è stata a lungo trascurata. Per meglio dire è stata ritenuta trascurabile: ciò che è popolare è spesso reputato mediocre, in ogni caso insignificante. Questo pregiudizio ha molto contribuito a cancellarla dalla storia letteraria. Certamente, articoli e libri sono stati consacrati alla letteratura popolare; ci sono l’importante opera di Hélot, quella di Brochon e quella di Nisard, che è fondamentale. Ma nessuna di queste opere dà un inventario esatto dei titoli: nessuna descrizione – ad eccezione di Hélot – nessun censimento sistematico, nessun ordinamento, poche date, una classificazione per generi, che varia secondo gli autori, testi scelti in base al pittoresco, senza altro scopo che quello di fornire illustrazioni divertenti o curiose.
Tuttavia, queste opere sono state preziose per noi: esse ci hanno insegnato che la letteratura popolare è quasi esclusivamente una letteratura ambulante, che essa si prolunga per parecchi secoli, poiché titoli identici – o molto simili – si ritrovano nel XVII, XVIII e XIX secolo.

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