Blog

tic-tac-tic-tac-e-il-tempo-corre-via-L-PaC4x3

Camminava, come al solito, con il viso affondato tra le pagine del libro. 1Q84 di Haruki Murakami, in quell’occasione, e non fece attenzione. Sbatté con foga contro l’uomo che, distratto da pensieri e problemi, camminava veloce sul marciapiede senza accorgersi di lei.
La forza dell’urto delle disattenzioni li fece cadere entrambi seduti a terra con le gambe larghe, come bambini sorpresi. E come bambini, risero entrambi riconoscendosi dopo la prima occhiataccia rabbiosa: «Beh, Loriana, sempre e solo tu che cammini nel mondo mentre leggi le favole!»
«Già, Valerio. E tu? Sempre al settimo cielo a camminare tra le nuvole? In un mondo perfetto ci saremmo incontrati a mezz’altezza io e te!»
Valerio fulmineo scattò in piedi, porse la mano e Loriana che la prese e si alzò con un movimento fluido e aggraziato che le permise anche di recuperare il libro caduto lì vicino.
Se lo strinse al petto e gli chiese: «Tornato per restare o vai via tra poco?»
«Ho solo fatto un salto di corsa a trovare mamma» rispose abbassando lo sguardo.
“Già” pensò Loriana “e a farti dare un altro po’ di soldi!”
Cercò di nuovo gli strani occhi del suo ex compagno di classe. Fece fatica a riallacciarli e seria gli chiese: «Come stai? Ma…davvero!»
Valerio sciogliendo la tensione delle spalle per sembrare disteso le rispose: «Sto bene…Davvero!» sorridendole e passandosi la mano destra tra i capelli della frangetta ribelle, sempre uguale «Mamma mi ha detto che sei diventata l’eroina e la celebrità del quartiere!»
Loriana arrossì un po’, ma rise di cuore, soddisfatta. «Già vero. Hanno passato la notizia anche al telegiornale di Rai Tre Regione. Una giornalista m’ha intervistato! Una celebrità! Certo! In realtà ho solo starnutito!»
«Mamma la racconta diversa. Dice che hai aiutato a sventare la rapina in banca!»
«Possiamo dire che questo sia stato il risultato finale, ma certo io non l’ho fatto con nessuna intenzione. Sai, come ci dicevamo: se farò la cosa giusta, la farò per sbaglio.»
E risero al ricordo della loro frase difensiva di fronte a tutte le critiche che li bombardavano dal mondo degli adulti!
«In realtà non c’è stato nulla di eroico. Ero in banca che aspettavo di parlare con il direttore per il solito prestito, quando è entrato il rapinatore! Una paura che non ti dico. Non ho capito subito chi fosse, con il passamontagna nero e la pistola in mano, ma poi ho riconosciuto il giubbotto con le borchie e mi son spaventata ancora di più! Era Marietto, in piena crisi d’astinenza! Fuori come un balcone! Ho starnutito e lui s’è voltato, terrorizzato più di me, e m’ha sparato addosso! Credo più per un sussulto di panico che per intenzione! Per fortuna ha una pessima mira e ha beccato solo la falda del cappotto! Io mi son buttata a terra e il direttore e due tipi l’hanno immobilizzato e disarmato prima che arrivasse la polizia. Tutto qui in realtà.» Concluse Loriana con vivacità.
«Le chiacchiere di quartiere raccontano un’altra storia. La storia di Loriana che fa di tutto per attirare l’attenzione del matto Marietto armato e che così facendo l’ha distratto tanto da permettere al direttore e ad altre persone di catturarlo.»
«Può essere una versione che gira ma ti assicuro che è apocrifa e non vera. Sapevo chi era! Marietto, quello più grande di noi di due anni, che in classe non stava mai fermo! Quello che era sempre in corridoio a ciondolare, buttato fuori dalla classe perché faceva i percorsi tattici di guerra strisciando sulla pancia sotto i banchi e faceva pigliare un colpo a tutti gli insegnanti perché balzava in piedi davanti alla cattedra facendoli gridare spaventati! Ti ricordi? Che s’era anche impasticciato il viso con ditate nere, le ultime volte, per sembrare ancor più un marine! Lo vedevo, in banca, che stava male e che non capiva più niente senza droga. Avevo paura e gridavo solo per la paura. Però, dopo quella rapina non mi chiedo più “che ci faccio in questo mondo”?» sdrammatizzò Loriana «Adesso ho trovato un motivo per giustificare la mia esistenza!»
«Davvero? Ti basta questo a ventisette anni?» la burlò Nicola.
«No, lo sai come sono: filosofa!»
«Sì, lo so come sei» affermò con dolcezza Nicola, ma distraendosi di nuovo.
Loriana lo vide perdersi nei suoi pensieri. Piacevoli non dovevano essere perché aveva la fronte corrugata e la bocca stretta e corrucciata.
Chissà se si ricordava di quel giorno in aula, a ricreazione, quando con un fiore stappato con le radici da un’aiuola del giardino, s’era inginocchiato accanto a lei che puliva la lavagna e glielo aveva offerto dicendole: «Per te, Loriana, che sei bella come una melanzana!» scoppiando poi a ridere e attirando l’attenzione di tutti, ripetendo la battuta che gli sembrava divertente all’infinito.
Loriana s’era vergognata come non mai, là in piedi, viola in faccia proprio come una melanzana, con le risate dei compagni che le rimbalzavano addosso.
Che male c’era rimasta! A lei Nicola piaceva molto, con quel caschetto lungo di capelli biondissimi e quegli strani occhi: uno verde e uno azzurro, ma lui non se n’era mai accorto o non aveva voluto accorgersene.
Li stava guardando anche in quel momento i suoi occhi. Così diversi: vuoti e assorti, venati di una paura da preda.
Mentre Nicola, assente, cercava qualcosa mettendo le mani in tutte le tasche, o pigliava il cellulare e sbirciava il display buio. Nessun messaggio, nessuna telefonata.
Cosa aspettava? Altri guai?
Quel quartiere era rimasto eguale a sé stesso, ma pochi della loro età ci vivevano ancora. La maggior parte era all’estero a lavorare. La crisi aveva pesato molto in quegli anni.
Nicola era emigrato più vicino, a Milano, e ogni tanto si faceva vedere.
Loriana seguiva la sua vita dai racconti della madre di lui, che incontrava al supermercato o in farmacia o dalla parrucchiera.
L’innamoramento s’era ripiegato su se stesso in un languore doloroso prima e in una mancanza mai colmata poi.
Non aveva voluto scegliere un altro amore e rimaneva da sola, ad aspettare che la vita passasse.
Nicola si riscosse, si guardò attorno, la salutò in fretta e si allontanò veloce.
A Loriana parve che una macchina nera lo seguisse.
Dopo la rapina in banca tutto nella sua vita si colorava di giallo! Proprio come per una vecchia zitella d’altri tempi.
Riaprì il libro e riprese a camminare, leggendo, dispiaciuta per la brevità dell’incontro.
Dopo pochi passi sentì una raffica, mitragliata con prepotenza, tagliare il silenzio della strada.
Loriana non volle crederci.
Non volle voltarsi.
Non volle vedere.
Camminò in avanti, aggrappata al suo libro, contratta fino a tremare.

Photo: it.paperblog.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *