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Budapest

L’uomo che andò in fumo‘, scritto nel 1966 da Maj Sjöwall e Per Wahlöö con protagonista Martin Beck, alla sua seconda avventura, per gli amanti del giallo!
I due autori, marito e moglie, danno vita al genere del giallo procedurale, quello che vaglia ogni indizio, ogni pista e ogni prova.
L’uomo che andò in fumo‘ con sapore spionistico e ambientazione da guerra fredda ci distoglie dalle narrazioni ipertecnologiche e ipermovimentate per farci vivere una Budapest molto ben descritta, un momento storico ghiacciato e scolpito tra i blocchi Est ed Ovest, una caccia al giornalista Alf Matsson sparito chissà dove.
Mi piacciono i salti nel tempo!

L’uomo dell’ambasciata lo guardò inespressivo.
-Se anche pensassi qualcosa, preferisco tenerlo per me.
Un attimo dopo aggiunse:
La cosa è assai sgradevole.
Martin Beck salì in camera. Era già stata assettata. Si guardò in giro. Lì, dunque, aveva alloggiato Alf Matsson. Al massimo un’ora. Aspettarsi di trovare qualche traccia delle sue attività in quel breve lasso di tempo era chiedere troppo.
Che cosa aveva fatto Alf Matsson durante quell’ora? Era rimasto alla finestra a guardare le barche? Forse. Aveva visto qualcuno o qualcosa che gli aveva fatto lasciare l’hotel così in fretta da dimenticarsi di consegnare la chiave alla reception? Era possibile. Cosa poteva essere stato in tal cso? Impossibile dirlo. Se fosse stato investito per strada, il fatto sarebbe stato denunciato immediatamente. Se avesse pianificato di buttarsi nel fiume, avrebbe dovuto aspettare che facesse buio. Se avesse cercato di rimediare ai postumi di una sbornia con la grappa all’albicocca procurandosi un’altra ubriacatura devastante, allora aveva avuto sedici giorni per rinsavire. Era un po’ troppo. Tra l’altro di solito non beveva quando doveva lavorare. Era il tipico giornalista moderno, stava scritto da qualche parte sul rapporto della Terza Sezione, svelto, efficiente e capace di arrivare al nocciolo. Era uno di quelli che prima facevano il lavoro poi si rilassavano.

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