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Mi sto un po’ perdendo, in questo periodo, tra mille cose da fare.

Iniziative che ricominciano, iniziative da preparare, iniziative da variare.

Iniziative… Sembra un po’ un nuovo inizio d’anno, quest’autunno!

Pieno di vivacità e novità e di frizzante freschezza.

A fra poco i calendari dei corsi di scrittura!

Non mi sono dimenticata, però, della nostra riflessione in corso.

La nostra frase interessante: Più facciamo progressi interiori più diminuisce il numero di coloro con cui possiamo realmente comunicare di Emil Cioran, filosofo e saggista rumeno, tra i più importanti del XX secolo.

Come dicevo per me i progressi interiori ci portano ad una maggior capacita di misurarci e di comunicare con l’altro (vedi post precedente), ma… ma… ma…

Quante persone troviamo che hanno la nostra stessa passione per la ricerca e l’arricchimento interiore? Quante persone dedicano sforzi e attenzione a migliorare continuamente?

Non molte, come riteneva Cioran?

Ed è per questo che ci ritroviamo spesso a condividere la solitudine di Cioran?

Se volessimo veramente discutere con un altro da noi della fatica, delle strade tortuose che abbiamo percorso, delle arrampicate faticose sulle pendici della nostra interiorità, a quante persone potremo raccontarlo certi della loro comprensione? Con quante potremmo confrontarci alla pari?

Non ci troveremo forse, assai spesso, di fronte a volti sbigottiti e a occhi vuoti?

Di fronte a persone che riusciamo a comprendere, con le quali possiamo comunicare perfettamente, ma che non condividono il lottare con noi stessi per migliorarci, per arricchirci, per rincorrere i progressi interiori? Che lo trovano addirittura innaturale e poco salutare?

Voi che ne pensate?

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