Joel Campbell, che a quel tempo aveva undici anni, cominciò la sua discesa verso l’assassinio con una corsa in autobus; era uno di quelli nuovi a un solo piano, il numero 70 sulla linea di Londra che percorre Du Cane Road a East Acton.
Non c’è nulla di notevole nella parte settentrionale di quella linea, di cui Du Cane Road non è che un breve tratto. Piacevole è invece la parte meridionale, che costeggia il Victoria and Albert Museum e i bianchi edifici di Queen’s Gate a South Kensington. La parte settentrionale ha un certo numero di destinazioni che sembrano l’elenco dei posti da non frequentare a Londra: la lavanderia Swift Wash in North Pole Road, l’impresa di pompe funebri H.J. Bent (anche cremazioni) in Old Oak Common Lane, la squallida congerie di negozietti nel tumultuoso incrocio dove Western Avenue diventa Western Way, con macchine e camion che sfrecciano verso il centro città, e a campeggiare su tutto questo, quasi fosse uscito dalla penna di Dickens, Wormwood Scrubs.
Incipit di Prima di ucciderla
Elizabeth George
Liro della conosciutissima scrittrice americana uscito nel 2007. Si tratta di una narrazione non propriamente nello stile gialle, dal quale evade per raggiungere livelli di analisi e critica sociale sulle condizioni di vita della periferia di Londra, tra bande, razzismo e crudezza di vita.
Questo può spesso la letteratura gialla, anche se tutti non sono concordi si tratti di un fatto positivo: trascinarci in un contesto, farci comprendere anche con durezza la verità di aspetti sgradevoli della vita. Un altro motivo per amare o per odiare i gialli?