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Anche Glenn Gould, il nostro amico e il più importante virtuoso del pianoforte di questo secolo, è arrivato soltanto a cinquantun anni, pensai mentre entravo nella locanda.
Solo che non si è tolto la vita come Wertheimer, ma è morto, come si suol dire, di morte naturale.
Quattro mesi e mezzo a New York suonando e risuonando le Variazioni Goldberg e l’Arte della fuga, quattro mesi e mezzo di Klavierexerzitien, come Glenn Gould ripeteva di continuo e solo in tedesco, pensai.

Incipit di Il soccombente
Thomas Bernhard

Thomas Bernhard fu un uomo misantropo fin all’eccesso e del tutto extra ordinario. Esattamente come lo sono i suoi libri. ‘Il soccombente’ evidenzia in modo particolare le caratteristiche dell’autore che si possono riassumere nel pessimismo più totale e nel sapere a priori che andrà sempre peggio. Ma ‘Il soccombente’ è testo magistrale per la gestione della lingua e per le varianti con le quali sfuma ogni emozione. La narrazione racconta dell’amicizia di tre uomini legati dalla musica e dal fatto di suonare, chi bene e chi genialmente, il pianoforte. La voce narrante è la protagonista del monologo ininterrotto che procede, a ritroso, negli eventi delle vite dei tre protagonisti. Da leggere per la capacità dell’autore di trascinare il lettore nel racconto utilizzando come guida la voce narrante, in monologo, che sta componendo la storia che racconta e la sta trasformando in opera d’erte.

Photo: www.zerottonove.it

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