Alla fine maggio 1916, la mia brigata – reggimenti 399° e 400° – stava ancora sul Carso. Sin dall’inizio della guerra, essa aveva combattuto solo su quel fronte. Per noi, era ormai diventato insopportabile. Ogni palmo di terra ci ricordava un combattimento o la tomba di un compagno caduto. Non avevamo fatto altro che conquistare trincee, trincee, trincee. Dopo quella dei «gatti rossi», era venuta quella dei «gatti neri», poi quella dei «gatti verdi».
Incipit di Un anno sull’Altipiano
Emilio Lussu
Libro pubblicato nel 1938 nella città di Parigi mentre Emilio Lussu si trovava in esilio quale rifugiato politico. Un testo scritto da un interventista convinto che ha combattuto la sua guerra con onore, ma che si è reso conto come le sorti della guerra non dipendessero dai soldati, ma bensì dagli ufficiali. Che ha capito quanto molti di loro fossero poco preparati e quante morti inutili hanno provocato con la loro impreparazione.
Da leggere perché ingloba memoriale e diario, e lo traduce in romanzo.
Dello stesso autore segnalo invece il memoriale puro ‘La catena’.